DOMENICA 27 AGOSTO 2023

ore 21.00 S.Vito dei Normanni – Chiostro dei domenicani

Ovunque si trovi ad esercitare il suo magistero compositivo, ‘il Siciliano’ Alessandro Scarlatti (Palermo, 1660 – Napoli, 1725) lascerà il segno: giovane di bellissime speranze presso la Regina di Svezia e il suo entourage romano, navigato maestro della cappella vicereale e dell’annesso teatro di corte a Napoli, amato e criticato compositore di musica ‘difficile’ e ‘complicata’ da Ferdinando III de’ Medici nella sua villa di Pratolino a Firenze, ecc. La silloge del concerto proposto attraversa diverse fasi della sua carriera ed i molteplici aspetti della sua variegata produzione, che sbalordisce ancora oggi per qualità, quantità ed audacia compositiva.

Si comincia con un estratto dal Pompeo, rappresentato al teatro Colonna di Roma nel 1683. Quest’opera, già rifacimento del veneziano Pompeo Magno di Minato-Cavalli di quasi 20 anni prima, segna idealmente anche il trasferimento di Scarlatti da Roma a Napoli, già compiutosi di fatto in autunno con l’Aldimiro e la Psiche rappresentati a Palazzo Reale: il 30 gennaio del 1684 va in scena con lievi modifiche anche il Pompeo con un cast stellare, fatto di artisti voluti dal compositore e provenienti da Roma. Nel corso del decennio successivo Scarlatti continuerà a produrre opere per entrambe le piazze, collezionando una serie di successi come il Pirro e Demetrio del 1694, «perhaps the best of the earlier neapolitan operas» secondo Edward J. Dent, che sarà replicato lo stesso anno al Capranica di Roma, e poi a Milano, Livorno, Firenze, in Germania ed Inghilterra fino a Settecento inoltrato. Per l’occasione abbiamo scelto l’aria della Tortorella, un topos assai frequentato dai compositori barocchi, estrapolandola da una silloge manoscritta dell’epoca, destinata all’uso domestico, in cui le arie più belle e conosciute di ogni titolo si presentano in partitura per canto, un solo strumento obbligato ed il basso continuo. Accanto alla produzione teatrale (oltre un centinaio di titoli) non meno cospicuo è l’interesse mostrato da Scarlatti per il genere oratoriale: nell’estratto del Cain, dopo l’efferato delitto del fratello, Abel appare ai genitori per offrir loro una qualche forma di cristiana consolazione, in un’aria in cui la parte dei violini all’unisono è stata affidata all’oboe. Ancora più numerose di opere ed oratori, le cantate di Alessandro Scarlatti sono tuttora di difficile datazione e collocazione: nella pletora di esempi, scritti per ogni genere di voce, ne spiccano alcune recanti un solo strumento obbligato in funzione di ritornello, interpunzione o, più raramente, contrappunto alla parte vocale, e tra queste, Clori mia, Clori bella è forse l’unica che si adatti alla tessitura e alla calda sonorità dell’oboe.

Luci ed ombre si affastellano intorno alla variegata e discontinua produzione strumentale del Siciliano: accanto ai Concerti a 7 parti (concerti grossi) e delle raccolte di Toccate per tastiera, si trovano brani di squisita fattura come le variazioni sulla Follia incluse nel programma proposto per il concerto, attribuiti nelle fonti al compositore, ma che per l’organico o la forma, hanno lasciato più di un dubbio agli studiosi in merito all’effettiva paternità: è il caso della stupenda Sonata per violoncello in Re min., la prima di un trittico di cui si ignorano l’occasione della composizione ed il destinatario, e della Sonata in Sol magg., di fatto una suite di brevi danze per un non meglio specificato strumento solista e basso continuo, forse ascrivibili agli anni ’80 del Seicento, periodo in cui a Roma prende piede una certa moda nelle arti e nei costumi di matrice transalpina. Ad apertura del concerto non poteva mancare un omaggio a Leonardo Leo, con una sonata per flauto e basso continuo, che ben si adatta anche allo strumento ad ancia.

Luca Ambrosio

Omaggio a
Leonardo Leo (1644 – 1744)
Sonata in Do magg. per oboe e bc.
Larghetto, Allegro, Largo, Allegro

Alessandro Scarlatti (1660 – 1725)
Lusingami, speranza
Recitativo ed Aria da Il Pompeo (Roma, 1683)

Tortorella che resta sola.
Aria da Il Pirro e Demetrio (Napoli, 1694)

Partite sulla Folia di Spagna
(cembalo solo)

Mal sicuro è un regio soglio
Recitativo ed Aria da S. Casimiro, re di Polonia (Roma, 1704)

Non piangete il figlio ucciso
Recitativo ed Aria da Cain, overo il primo omicidio (Venezia, 1707)

Sonata in Re min. per violoncello e bc.
Largo, Allegro, Largo, Tempo giusto

Clori mia, Clori bella.
cantata per soprano, oboe e bc.
[Recitativo], Aria, [Recitativo], Aria

Lia Battaglia soprano

I SOLISTI DELL’ORCHESTRA BAROCCA SICILIANA
Fabio D’Onofrio oboe
Fabio De Leonardis violoncello
Luca Ambrosio maestro di concerto al cembalo