Il programma attinge all’interno della vasta e articolata produzione musicale del Classicismo musicale, un’epoca che, tra la metà del XVIII secolo e i primi decenni del XIX, elabora un linguaggio improntato a chiarezza formale, equilibrio espressivo e coerenza strutturale. I compositori in programma – Karl Philipp Stamitz, Joseph Edler von Eybler, Wolfgang Amadeus Mozart e Heinrich Ludwig Vetter – ne rappresentano, ciascuno a suo modo, diverse declinazioni stilistiche e storiche.
Karl Philipp Stamitz, esponente della scuola di Mannheim, incarna una fase iniziale del classicismo, ancora legata a moduli galanti e all’eloquenza retorica della frase musicale. La sua scrittura rivela la tensione tra ornamento e struttura, tra brillantezza e simmetria, elementi che anticipano le conquiste formali successive. Il brano La Chasse (La caccia) riflette tutta la vivacità e l’energia di questo stile, con richiami descrittivi che evocano il dinamismo e l’euforia di una battuta di caccia.
Joseph Edler von Eybler, allievo di Albrechtsberger e vicino alla cerchia mozartiana, rappresenta una generazione che eredita i modelli formali del classicismo maturo, in particolare nel repertorio cameristico, e li sviluppa con rigore contrappuntistico e sensibilità armonica. La sua produzione si muove con eleganza entro i confini di un’estetica che privilegia la misura e la compostezza. Il Quartetto n.1 alterna momenti di intensa espressività a passaggi di grande leggerezza e grazia, mantenendo sempre un nobile spirito classico.
Wolfgang Amadeus Mozart si pone naturalmente al centro del canone classico: la sua opera, tanto nella musica da camera quanto in quella sinfonica, vocale e pianistica, raggiunge una sintesi esemplare tra chiarezza formale, profondità espressiva e inventiva tematica. Il suo contributo al genere della variazione, come anche alla forma-sonata, riflette una concezione della musica come linguaggio strutturato ma capace di una varietà infinita di registri e sfumature. Le Variazioni su “Ah! Vous dirai-je, Maman” rientrano in una delle pagine più celebri del repertorio mozartiano.
Heinrich Ludwig Vetter, compositore oggi meno noto, appartiene a quella generazione di transizione che, operando ancora entro i codici del classicismo, lascia intravedere aperture verso un nuovo sentire pre-romantico. Nella sua scrittura si avvertono tanto la persistenza dei modelli haydniani e mozartiani quanto i primi segnali di un gusto più narrativo, più idiomaticamente “moderno”. Il Quartetto n.10 di Vetter, è una summa di eleganza, presente nel Rondo e un irresistibile ritmo di danza all’interno della Polonese. Insieme, questi autori delineano un itinerario che attraversa il classicismo nelle sue diverse fasi: dal gusto brillante e descrittivo di matrice galante, alla piena maturità formale del tardo Settecento, fino alle soglie del Romanticismo. Il concerto si offre dunque come una riflessione sonora sul linguaggio e sull’evoluzione storica di uno stile che ha segnato in modo profondo la tradizione musicale occidentale.
Karl Philipp Stamitz (1745 – 1801)
La Chasse
Joseph Edler von Eybler (1765 – 1846)
Quartetto n.1 in Re magg.
Adagio e Allegro – Adagio – Menuetto – Rondò
Wolfgang Amadeus Mozart (1756 – 1791)
Variazioni su “Ah! Vous dirai-je, Maman” K.265
(trascriz. R.Tiseo)
Heinrich Ludwig Vetter (1780 – 1819)
Quartetto n.10
Rondo – Tempo di Polonese
QUARTETTO VETTER
Luigi Abate violino,
Raffaele Tiseo viola d’amore
Alessandro Zerella viola,
Silvano Maria Fusco violoncello