Il percorso musicale comincia da Siviglia, città natale di uno dei musicisti più significativi del XVII sec.: Francisco Correa de Arauxo, considerato uno dei massimi compositori per tastiera del passaggio dal Rinascimento al Barocco. Con la pubblicazione della sua Facultad orgánica nel 1626, segna un punto di svolta nella musica da tasto spagnola. In quest’opera, il maestro sivigliano imprime la sua visione rivoluzionaria, sfidando i modelli preesistenti con un linguaggio musicale ricco di innovazioni: dissonanze audaci, ritmi vivaci e digressioni tematiche che conferiscono grande espressività alle sue composizioni. Anche la musica per organo vive in questo periodo una vera e propria rivoluzione. Nel corso del XVII secolo, l’organo spagnolo subisce importanti trasformazioni organologiche che porteranno alla nascita del cosiddetto “organo iberico”: strumento dotato di registri spezzati, che permettono contrasti timbrici tra mano destra e sinistra, trombe orizzontali disposte sulla facciata e scatole di echi, capaci di simulare effetti di lontananza o vicinanza sonora. Tutte queste innovazioni segneranno un cambiamento radicale, che porterà l’organo spagnolo al suo massimo splendore nel XVIII secolo. Le trasformazioni tecniche dello strumento si riflettono naturalmente anche nel repertorio musicale. I compositori, pur ereditando le forme rinascimentali, le spingono verso nuove e imprevedibili direzioni, sia dal punto di vista ritmico che armonico e strutturale. Il tiento continua a occupare un posto centrale tra le forme predilette, ma si evolve in composizioni sempre più complesse e monumentali. Parallelamente, la musica popolare esercita una crescente influenza culturale, con danze e ritmi che vengono integrati nel repertorio colto, arricchendolo di vitalità e originalità. Tra i grandi nomi dell’epoca spiccano il saragozzano Pablo Bruna, soprannominato El Ciego de Daroca, il valenciano Juan Cabanilles, le collezioni del francescano Antonio Martín y Coll e le opere dell’organista dell’Escorial, padre Antonio Soler. Un ruolo di rilievo spetta anche alla famiglia Scarlatti: Alessandro, figura chiave nello sviluppo della cantata, e suo figlio Domenico, artefice della trasformazione della sonata per tastiera. Attivi a Napoli quando il Regno faceva parte dell’impero spagnolo, contribuirono a rendere la città uno dei principali centri musicali d’Europa nel XVIII secolo, influenzando profondamente i compositori sia italiani che spagnoli. In particolare, il soggiorno spagnolo di Domenico Scarlatti – prima a Siviglia e poi a Madrid come maestro di clavicembalo della regina Barbara di Braganza – fu determinante per la nascita della sonata monotematica in un solo tempo e per la diffusione dello stile galante. Tra i suoi allievi spicca padre Antonio Soler, che ne raccolse l’eredità portando avanti con genialità l’evoluzione della musica tastieristica.
Mesagne, sabato 27 SETTEMBRE, ore 21.00
Chiesa Matrice
DA SEVILLA A NAPULE
Tientos, toccate, canzoni e danze per organo nei secoli XVII e XVIII.
Anónimo español (sec. XVII)
Tiento lleno de 2º tono
Francisco Correa de Arauxo (1584 – 1654)
Tiento de Quarto Tono
da Facultad Orgánica, 1626
Juan Cabanilles (1644 – 1712)
Pasacalle del primo tono
Fr. Antonio Soler (1729 – 1783)
4 Versos para “Te Deum”
Pablo Bruna (1611 – 1679)
Tiento de falsas de segundo tono sopra Ge sol re ut
Alessandro Scarlatti (1660 – 1725)
Toccata in Alamire
Domenico Scarlatti (1685 – 1757)
Sonata in La min. k.61
Francisco Correa de Arauxo
Tiento terceo y discurso de Sexto Tono sobre la batalla de Morales
da Facultad Orgánica (1626)
Domingo Arquimbau (1757 – 1829)
Baile de Seises
Anónimo ms. Martín y Coll (ca.1671 – 1734)
Chacona
El Villano
Danza del Acha (sic)
da Huerto ameno de varias
flores de música. 1708
organo
SUSANA GARCIA LASTRA

