E’ ormai da più parti confermata e riconosciuta l’importanza dei festival per lo sviluppo dei territori, come espressione di quel portato culturale locale che è caratteristico di ogni luogo e che attraverso di essi è capace di esprimersi nelle forme della partecipazione civile e della promozione dell’arte e della cultura. Questo è vero in particolare per i festival che vantano ormai una storia consolidata e un forte radicamento nella realtà in cui insistono: e in tal senso il Barocco Festival Leonardo Leo rappresenta un esempio d’eccellenza.

Giunto alla sua ventiseiesima edizione, il festival vanta ormai un lunghissimo curriculum nel campo della promozione della musica antica; nacque infatti nel 1997 per volere dell’amministrazione del comune di San Vito Dei Normanni con l’obiettivo di recuperare la memoria e promuovere l’opera del maestro compositore Leonardo Leo, che proprio qui nacque il 5 agosto 1694, secondogenito di Corrado e di Rosabetta Pinto. Rimasto orfano di padre in tenera età, a 6 anni fu avviato allo studio della musica dallo zio Stanislao de Leo, cantore della matrice di San Vito, e nel 1709 si spostò a Napoli come allievo del conservatorio di S. Maria della Pietà dei Turchini.

Qui cominciò la lunga e fortunata carriera di Leo come compositore e fondatore di quella che diverrà nota come “Scuola napoletana”; la sua articolata biografia è stata tra l’altro ampiamente trattata da Luisa Cosi nella voce a lui dedicata all’interno del sessantaquattresimo volume del Dizionario Biografico degli Italiani edito nel 2005, in cui la studiosa sottolinea come le sue opere – e in particolare Amor vuol sofferenza del 1739 – siano state ««««!dfflodate da esegeti di ogni epoca per finezza e varietà di scrittura». Leonardo Leo moriva a Napoli nel 1744, ma la sua memoria è sempre rimasta viva a San Vito, come testimonia la volontà del piccolo entro nell’entroterra brindisino di rendergli omaggio non solo attraverso un Centro studi a lui dedicato e sempre impegnato in una attiva ricerca musicologica,

ma anche con questo festival dal programma via via più ricco e articolato, che con il passare del tempo ha visto aggiungersi importanti riconoscimenti – come il patrocinio della Provincia di Brindisi, della Regione Puglia, del Ministero della Cultura, nonché l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano conferitogli nel 2007 e le quattro medaglie di rappresentanza a riconoscimento della sua capacità di generare cultura e socialità e contribuire al rafforzamento dell’identità di questo territorio.

Per constatare quanto il progetto sia fecondo e vivo non c’è che da immergersi nella varietà degli appuntamenti proposti in questa edizione, organizzata con la sapiente direzione artistica di Cosimo Prontera: alle location di grande suggestione e rilievo storico-artistico quali il Castello Dentice di Frasso, il Chiostro dei Domenicani, la chiesa di San Paolo e la stessa piazza intitolata a Leonardo Leo a San Vito dei Normanni, si affiancano anche appuntamenti proposti su scala territoriale, a Brindisi, a Lecce, a Mesagne, per un totale di 24 appuntamenti dedicati a varie fasce d’età e volti a mettere in luce, attraverso la riscoperta dell’eredità musicale di Leo e il suo confronto con le opere coeve, il grande sostrato culturale che caratterizza l’anima pugliese.

La bellezza di cui siamo eredi, e che abbiamo il dovere e il privilegio di poter trasmettere alle nuove generazioni, si esprime così attraverso un dialogo continuo tra il patrimonio culturale materiale dei paesaggi, delle architetture, delle opere d’arte e quello immateriale della musica e dell’identità culturale, andando a costruire una trama ininterrotta che è poi l’espressione più autentica di quello “spirito dei luoghi” (reminiscenza dell’aristotelico oikos) a cui guardare, in un mondo sempre più frenetico e disgregato, per ricostruire una comunità più consapevole, solidale e condivisa, per tutti i cittadini.