Una tempesta! Sabato 23 Agosto 2025

UNA TEMPESTA!
Una travolgente Overture, i coinvolgenti concerti, l’indispensabile danza della pace

Siamo a Napoli nel 1737. Gli austriaci avevano lasciato la città nel ‘34 quando l’illuminato Carlo III di Borbone ne aveva ripreso il comando rioffrendone l’indipendenza. Molte le innovazioni che apportò nel campo del fisco, del commercio, della difesa, dell’economia e dell’arte che disegnarono Napoli come una ambiziosa capitale di respiro europeo. Nel 1737 viene inaugurato, con l’opera Achille in Sciro di Sarro, il Teatro più antico d’Europa il San Carlo che anticipò di 41 anni l’apertura de La Scala di Milano e di 55 la Fenice di Venezia. Il secondo spettacolo della stagione ossia quello del 26 dicembre del ‘37, fu affidato a Leonardo Leo, l’Olimpiade. L’Ouverture da L’Olimpiade, articolata nella consueta sequenza allegro-adagio-allegro, richiama l’influenza della sinfonia operistica italiana, fungendo da preludio drammatico e brillante. Di tutt’altra natura è invece il Concerto in Re magg. per quattro violini obbligati, composto nel 1729 circa per il marchese del Vasto: un’opera straordinaria nella quale Leo sperimenta un contrappunto ardito e una scrittura concertante che sfida le convenzioni. La presenza di una fuga a tre soggetti denota un’ambizione formale rara nel contesto napoletano, dove il virtuosismo melodico tendeva a prevalere sulla severità contrappuntistica. Il confronto con Antonio Vivaldi è inevitabile, e insieme illuminante. Con lui, la forma del concerto trova una codificazione quasi definitiva: strutture tripartite, chiarezza tematica, alternanza tra soli e tutti, brillantezza esecutiva. Il Concerto per quattro violini in Si minore RV 580, incluso nell’op. III L’Estro Armonico, è forse uno dei massimi esempi di questa visione: la complessità del dialogo tra i quattro solisti, unita alla forza comunicativa del tessuto orchestrale, ispirarono persino Johann Sebastian Bach, che lo trascrisse per quattro clavicembali (BWV 1065), riconoscendone la grandezza strutturale. Anche la celebre “Tempesta di Mare” RV 253, tratta dall’op. 8, rientra in un ciclo di concerti dal carattere pittorico: la tempesta è qui evocata con effetti ritmici e figurazioni che si avvicinano a un linguaggio quasi narrativo, in linea con la poetica vivaldiana del concerto a programma. Vivaldi ritorna infine con il Concerto grosso in Re minore RV 565, esempio eloquente del suo rapporto con la forma corelliana, rinnovata con vitalità teatrale. Anche questo fu trascritto da Bach per organo (BWV 596), a conferma dell’impatto profondo che la musica del prete rosso ebbe oltre le Alpi. Nel cuore del programma troviamo una gemma rara: Nicola Matteis, compositore e violinista napoletano attivo a Londra, la cui musica ci trasporta in una dimensione più intima e improvvisativa. Il Passaggio rotto e la Fantasia rappresentano un esempio della libertà espressiva della prassi violinistica seicentesca, fatta di ardite dissonanze, figurazioni imprevedibili e retorica sonora. Il percorso si conclude con un’incursione nella Francia galante di Jean-Philippe Rameau, la Danse du grand calumet de paix, tratta dall’opéra-ballet Les Indes galantes, ci mostra un’idea diversa di esotismo musicale, tipica del gusto francese del tempo: l’orchestra non è qui solo veicolo di affetti, ma anche strumento di meraviglia e rappresentazione. Le danze, spesso stilizzate e simboliche, restituiscono una visione teatrale e idealizzata dell’altrove. Attraverso le opere di Leo, Vivaldi, Matteis e Rameau, questo programma delinea dunque un affresco del Barocco europeo, mettendo in luce le molteplici vie attraverso cui la musica strumentale si afferma come forma d’arte autonoma.

Leonardo Leo (1694 – 1744)
Overture da L’Olimpiade
Allegro, Adagio, Allegro

Concerto in Re magg. per quattro violini obbligati
Maestoso, Fuga a 3 soggetti (Allegro), Andante, Allegro

Antonio Vivaldi (1678 – 1741)
Concerto per quattro violini in Si min., RV 580
Allegro, Largo, Larghetto-Adagio-Largo-Allegro

Concerto in Si bem. magg. Opus 8 No. 5,
La Tempesta di mare RV 253
Presto, Largo, Presto

Concerto grosso in Re min. Op. 3/11 RV 565
per 2 violini, violoncello, archi e bc
Allegro-Adagio e spiccato, Allegro, Largo e spiccato, Allegro

Nicola Matteis
(tra il 1640 e il 1650 – dopo il 1713)
Passaggio rotto e Fantasia

Jean-Philippe Rameau (1683 – 1764)
Danse du grand calumet de paix
da Les Indes galantes

STEFANO MONTANARI violino solista

Orchestra Barocca
LA CONFRATERNITA DE’ MUSICI
Cosimo Prontera direzione al cembalo
Raffaele Tiseo violino principale,
Gabriele Politi, Stefania Trovesi, violini primi
Federico Valerio, Cristiano Brunella,
Iben Bøgvad violini secondi
Pasquale Lepore, Francesco Masi viole
Fabio De Leonardis, Cristiano Rodilosso violoncelli
Maurizio Ria violone
Simone Colavecchi tiorba e chitarra barocca