Buon Compleanno Maestro – Salotto Napoletano

SALOTTO NAPOLETANO
Arie vs Canzoni

Sin dalle origini, l’intelletto umano si è confrontato con il paradosso dell’unione tra opposti, e le scintille nate da queste collisioni hanno generato nuove forme di espressione, trovando terreno fertile soprattutto nell’arte. Esemplare nel panorama della storia musicale italiana, è Napoli, un vero miracolo della Cultura italiana: straordinaria vitalità, radiante capacità creativa, abilità di coniugare, sin dal Seicento, i codici dell’opera seria e buffa con quelli della musica di tradizione popolare. Il progetto Salotto Napoletano: Le arie vs le canzoni si propone come un percorso comparativo che non mira a contrapporre, ma a intrecciare due tradizioni che nella Cultura partenopea hanno sempre convissuto in modo fertile: quella colta delle arie da camera e delle opere buffe, e quella più immediata, empatica e viscerale delle canzoni napoletane. Il titolo gioca ironicamente sul registro del “versus”, ma l’intento è tutt’altro che polemico: si tratta di una dialettica estetica che trova una sintesi più che un antagonismo. Attraverso un excursus che va dalle arie del Settecento – firmate da grandi maestri come Leo, Paisiello, Cimarosa – fino alle celebri canzoni “classiche” napoletane d’autore della seconda metà dell’Ottocento e oltre, il concerto intesse un dialogo tra le due anime dell’estetica partenopea: quella lirica e teatrale, e quella intima e popolare. In questo confronto emerge la ricchezza di un patrimonio musicale che ha saputo “cantare” alle diverse generazioni i sentimenti avvolti dai molti colori sociali.  Le Arie, con la loro eleganza e teatralità, raccontano un Sud colto, profondo, barocco; le Canzoni, talvolta nate nei vicoli ma anche fiorite nei caffè-concerto e nei teatri, portano con sé emozioni viscerali, storie quotidiane, malinconie e passioni. Questo Salotto Napoletano, dunque, non è un semplice florilegiun, ma un dispositivo di riflessione sulla continuità culturale tra due mondi apparentemente distanti. L’intreccio tra arie e canzoni diventa così metafora di una Napoli musicale che non conosce gerarchie fisse, ma solo gradi diversi di espressione della medesima sensibilità: teatrale, sentimentale, irriducibilmente viva.

PROGRAMMA:
Giovanni Paisiello
(Taranto 1740 – Napoli 1816)
Nel Cor più non mi sento
da L’amor contrastato

Mauro Giuliani
(Bisceglie 1781 – Napoli 1829)
Nel Cor più non mi sento – Variazioni per chitarra op. 65

Leonardo Leo
(S. Vito dei N.nni 1694 – Napoli 1744)
Pare che ba cantanno
da Le fente zingare

Domenico Cimarosa
(Aversa 1749 – Venezia 1801)
Mon scer mossiù sciarman
aria di Limpiella da La Finta Parigina

Francesco Paolo Tosti
(Ortona 1846 – Roma 1916)
A’ vucchella, arietta di Posillipo
Marechiare

Eduardo Di Capua (Napoli 1865 – Napoli 1917)
Libero Bovio (Napoli 1883 – Napoli 1942)
I te vurria vasà

Libero Bovio
Reginella

Giuseppe Turco
(Napoli 1846 – Napoli 1903)
Luigi Denza
(Castellammare di Stabia 1846 – Londra 1922)
Funiculì funiculà

Emanuele Alfredo Mazzucchi
(1878 – 1972)
Eduardo Di Capua
O sole mio

MEFITIS DUO
Valeria Veltro contralto, Gaetano Agoglia chitarra