Il “Barocco Festival Leonardo Leo” torna a Brindisi sabato 30 settembre alle ore 20.30 nel Chiostro di San Benedetto con il concerto “Da Napoli a Lisbona. Il Barocco trionfante”, a cura dell’ensemble Concerto Ibérico, per la direzione al cembalo di João Janeiro. Al centro la musica come vettore di contaminazione e l’eredità della scuola compositiva napoletana nella penisola iberica, con la figura di Domenico Scarlatti e quella di altri compositori a lui coevi, attivi a Napoli e a Lisbona, come Carlos Seixas che ne avvertì l’influenza pur mantenendo uno spiccato accento lusitano, galante e raffinato. Per il concerto vale la formula del “biglietto rovesciato”: il ticket si paga alla fine – costo 3 euroInfo T. 347 060 4118.

L’arrivo al potere di Dom João V, nel 1706, diede il via a un grande cambiamento culturale in Portogallo che in campo musicale si tradusse in una profonda rottura con la tradizione ereditata. Il nuovo gusto musicale, promosso dalla regina Maria Anna d’Austria, introdusse i modelli del barocco italiano e della Scuola Napoletana predominanti in tutta Europa, ponendo stilisticamente la musica portoghese alla pari con altri Paesi. Il repertorio della Real Cappella di Lisbona fu quasi interamente distrutto durante il terremoto che sconvolse la capitale nel 1755 e che disintegrò la straordinaria biblioteca musicale del re João IV, conosciuta come una delle più grandi e complete collezioni di musica del tempo. La prima parte del catalogo di quella biblioteca, fortunatamente superstite, testimonia l’impressionante impronta cosmopolita della corte portoghese.

Nell’estate del 1720 un giovane compositore parte dall’Italia per arrivare a Lisbona, alla corte di re João V. Comincia così l’avventura umana e musicale di Domenico Scarlatti, figlio del grande Alessandro. Uomo mite e tormentato, per nulla sicuro del suo talento, capace di stare un passo indietro a tutto, anche a sé stesso. Il suo compito a corte è insegnare musica alla figlia del re, un’allieva di sorprendente talento, Maria Bárbara di Bragança, che andrà poi in sposa a Fernando di Borbone diventando regina di Spagna. Il rapporto tra Domenico Scarlatti e questa donna durerà per tutta la vita. E sarà la vera linfa, il vero snodo del talento del compositore napoletano. Le sue celebri Sonate, eseguite dai più grandi pianisti del Novecento, nascono come esercizi per le mani dell’infanta. Lo scambio tra maestro e allieva si concluderà solo con la morte del musicista: un sodalizio in nome della musica che è anche il racconto di un’epoca di guerre, rivalità tra famiglie reali europee, poteri contrapposti, e anche di commistioni culturali e musicali in particolare. Morendo nel 1758 (un anno dopo il Maestro), Maria Bárbara lascerà in eredità quelle sonate a stampa a Farinelli, il grande castrato, che le porterà in Italia. Ora i ricchi volumi sono conservati nella Biblioteca Marciana di Venezia e nella Palatina di Parma, esempio memorabile di mecenatismo al femminile.

Quando Scarlatti arrivò a Lisbona, la piccola la Maria Bárbara già attingeva a un repertorio italiano: Corelli, Monteverdi, Albinoni. Anche la musica sacra in Portogallo nel Settecento subì l’influenza italiana: compositori come João Rodrigues Esteves e António Teixeira adottarono elementi dello stile napoletano nella loro musica sacra, introducendo nuove armonie e melodie nel genere musicale. Allo stesso modo, numerose produzioni italiane di opere teatrali sbarcavano in Portogallo consentendo al pubblico lusitano di godere e di apprezzare il gusto e la bellezza in tendenza nei maggiori centri culturali degli stati italici. Anche la musica da camera e la musica strumentale in Portogallo furono influenzate dalla tradizione musicale italiana. Compositori come Carlos Seixas, che ebbe modo di collaborare con Domenico Scarlatti, mostravano chiaramente una declinazione italiana nelle loro composizioni per strumenti come il clavicembalo. Altri, come Sousa Carvalho studiarono in Italia. L’ascendente italiano fu ancor più evidente nell’opera e nella musica vocale del Settecento, che nella seconda metà del secolo conquistarono una chiara prevalenza nella vita musicale portoghese rispetto alla musica strumentale: si ricordano, oltre al citato Carvalho, Francisco de Almeida e Marcos Portugal, il maggiore operista portoghese. 

La permeabilità del sistema culturale portoghese fu in ogni caso favorita dalla apertura promossa dal sovrano in carica. Un’autentica primavera segnata dal forte impulso a cultura e scienza. Non vi sono dubbi sul fascino che la cultura italiana esercitava su Dom João V e conosciuta è la passione del monarca portoghese per la musica sacra italiana. Anche l’opera in musica divenne prassi nelle maggiori occasioni celebrative, affiancandosi alle rappresentazioni di musica sacra e richiamando dall’Italia cantanti e musicisti.

  • sabato 30 settembre ore 20.30 

Chiostro di San Benedetto Brindisi
Da Napoli a Lisbona. Il Barocco trionfante

I solisti dell’Orquestra barroca Concerto Ibérico
Filipa Oliveira, flauto
Lorenzo Colitto e Lisa Ferguson, violini
Inês Coelho, violoncello
João Janeiro, maestro di concerto e cembalo