BUON COMPLEANNO DON LIONARDO – ven. 4 Agosto

S. VITO DEI N. NNI, ore 20.30 – Chiostro dei Domenicani

NOTTE BAROCCA

Dopo la timida comparsa in Italia agli inizi del XVII secolo il mandolino, che derivava dalla famiglia dei liuti e precisamente dalla mandora (molteplici le denominazioni locali: mandora, mandore, pandora, vandola, bandola, mandolla, mandola), ebbe una grande diffusione nel secolo successivo. Diverse le sperimentazioni dei liutai ma fu il modello napoletano ad imporsi. Si impose per l’evoluzione costante della tecnica e divenne la felice sintesi delle caratteristiche di molti strumenti a pizzico antecedenti anche per la pratica accordatura per quinte che conferì una agevole facilità esecutiva. Rispondeva molto bene a diverse funzioni e convenzioni sociali pubbliche e private, dalla danza nelle feste alle ‘conversazioni tra amici’ nei salotti e boudoir privati, all’educazione al bon goût dei rampolli delle famiglie aristocratiche. La ratifica di questa trasversalità sociale emerge nelle iconografie dell’epoca che rappresentano feste popolari, ma anche i nobili e persino i coniugi reali che si dilettano con lo strumento. Tra i dilettanti, nell’accezione antica del termine, troviamo la Regina Maria Carolina d’Austria, moglie di Ferdinando IV, il soprano Faustina Bordoni una delle prime dive grande interprete delle opere di Haendel ed Hasse, la Regina Margherita di Savoia.

Dicevamo che fu il Settecento a offrirgli dignità pari agli altri strumenti, in conseguenza fu attenzionato da compositori del calibro di Vivaldi, Haendel, Mozart, Paisiello, Cecere, Barbella (quest’ultimo allievo di Leonardo Leo) per citarne alcuni, fu nominato più volte da Antonio Stradivari nei suoi carteggi, criticato da Innocenzo XI e Innocenzo XII per l’uso in chiesa, il solo Paganini compose un cospicuo numero di brani per lo strumento. Nella seconda metà del secolo il continuo utilizzo portò alle stampe i primi metodi e trattati e ancora una volta fu Napoli a dare un impulso considerevole al mercato dello strumento che si rilevò ricco e complesso. Contestualmente si svilupparono i canali della formazione collocati trasversalmente su diversi livelli sociali ma sempre nell’ambito di quella che verrà denominata Scuola Napoletana.

Tiziano Palladino

BASSOCONTINUO ENSEMBLE

Tiziano Palladino mandolino e maestro di concerto

Federico Valiero violino

Remo Ianneruberto violoncello

Francesco Cipullo cembalo

PROGRAMMA

Antonio Lucio Vivaldi (1678 – 1741)
Concerto in Do magg. per mandolino, archi e cembalo
Allegro, Largo, Allegro

Giuseppe Giuliano (prima metà sec. XVIII)
Concerto in Sol magg. per mandolino, archi e cembalo
Allegro ma non troppo, Allegretto (duetto), Allegro assai

Emanuele Barbella (1718 – 1777)
Concerto in Re magg. per mandolino, archi e cembalo
Allegro ma non presto, Andantino, Giga allegro

Carlo Cecere (1706 – 1761)
Concerto in La magg. per mandolino, archi e cembalo
Allegro ma non presto, Largo, Grazioso

Antonio Vivaldi
Concerto in Re magg. per mandolino, archi e cembalo (orig. per liuto)
Allegro, Largo, Allegro

Leonardo Leo (1694 – 1744)
solfeggi

Giuseppe Giuliano
Concerto in Si bem. magg. per mandolino, archi e cembalo
Maestoso, Lento ma non troppo, Allegro