Per il secondo anno, la direzione artistica del Barocco Festival ha ritagliato nella programmazione uno spazio dal titolo Cammingling (commistioni). Il feedback positivo raccolto ne ha fatto appuntamento fisso, in cui il jazz e la musica antica si incontrano concertando tra loro ad armi pari, quelle della variazione e dell’improvvisazione, elementi comuni e portanti dei due linguaggi musicali.

La creatività degli esecutori, che provengono da esperienze e da formazione musicale diversa, e il vagare ritmico-armonico accomunano strumenti quali la tiorba, il trombone, la batteria e il basso elettrico, strumenti distanti tra loro quasi 500 anni e sarà il valore aggiunto della performance. A ciò aggiungiamo che le commistioni e le contaminazioni si sono rivelate sempre feconde in musica, ma solo la storia, col suo inevitabile filtro a maglie strette, le colloca sul piedistallo dell’arte o semplicemente le ricorda come mero esperimento. Era ed è naturale che un musicista improvvisi, recuperando e innovando elementi melodici, ritmici e armonici presenti nel suo hard-disc intimo e personale.

Le commistioni in musica hanno avuto sempre vita facile e la musica popolare, in particolare, ha offerto ottime idee per le nuove scritture. Così stato per Béla Bartok, con centinaia di pezzi originati da melodie e ritmi popolari ungheresi, rumeni e slavi; così è stato per Charles Ives nel suo God save the queen, composta nel 1891 abbandonando la sacralità del tema per ironizzarci sopra magnificamente nelle sue “irriverenti” variazioni per organo; e così è stato per molti altri. Rientrando in ambito più strettamente improvvisativo, ricordiamo Johann Sebastian Bach, abilissimo improvvisatore; Chopin improvvisava le cadenze nelle sue sonate; Frescobaldi incantava nelle basiliche romane del ‘600, tanto che gli venne chiesto espressamente di mettere per iscritto le sue improvvisazioni, confluite nei Due Libri di Toccate. Ogni periodo ha avuto “avventurieri e visionari” in questa pratica.

I brani di Giovanni Girolamo Kapsberger come quelli di Santiago de Murcia proposti nel programma del concerto, offrono ai musicisti jazz spunti codificati su cui ispirare nuove metamorfosi “contrappuntistiche”, e i due mondi, quello della musica barocca e quello della musica jazz, si incontreranno nella pratica a loro più comune: l’improvvisazione.

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