“Il Banchetto”, un percorso musicale tra umanesimo, rinascimento e primo barocco che ha come filo conduttore il piacere dei sensi. Sensuali narrazioni avvenute attraverso la musica, il canto e le danze, non certamente celate dai compositori dell’epoca, così come i diversi gusti si rivelano in un ricco e sontuoso banchetto a Corte.

Le feste erano anzitutto un momento di protagonismo dei nobili, che rivaleggiavano tra loro nella grazia dei gesti e nell’agilità, sfoggiando abiti sontuosi, di impareggiabile eleganza. Pertanto, il maestro di danza divenne una figura professionale di riferimento per tutti gli spettacoli e le celebrazioni di Corte.

Thoinot Arbeau, Fabritio Caroso da Sermoneta, Cesare Negri, autori rispettivamente di Orchesographie, 1588, Nobiltà di dame, 1600, Le grazie d’amore, 1602, fecero raggiungere alla Danza un livello molto elevato per complessità; i trattati definivano passi e figure descrivendo le variazioni di tutte le danze, alcune delle quali molto virtuosistiche.

Era prassi diffusa anche accostare la danza al canto, così come coreografare balletti su melodie, talvolta di origine popolare o esotica.

Il tema dell’erotismo e della sensualità all’interno della tradizione lirica e musicale di queste epoche, comprende un ampio territorio che va dal settore della cosiddetta lirica ‘alta’ all’ampia tradizione comico-burlesca. I due generi vivono parallelamente e per lungo tempo saranno destinati a non intersecarsi, ma gradualmente derogheranno dalle linee canoniche petrarchesche in nome della ricerca della sensualità.

Non si può dimenticare che uno dei canzonieri di maggior rilievo del secondo Quattrocento, gli Amorum libri di Matteo Maria Boiardo (1441 – 1494), affida al canto della bellezza e della sensualità un ruolo narrativo di centrale importanza, con una scelta assai poco abituale nella tradizione lirica volgare. Attraverso un ricorso ad un lessico allusivo, in nome di una convenientia che non nega la possibilità di aperture alla sensualità, Boiardo e i suoi emuli descrivono occasioni che, sebbene in forma classicheggiante, offrono una descrizione di una «amorosa zoglia» non esclusivamente mentale e paradisiaca, ma, anzi, terrena e sensuale.

Proprio con la rappresentazione della dimensione sensoriale, dalla più canonica vista, sino all’olfatto, al gusto e poi al tatto, si osserva il formarsi di una narrazione in versi e in musica dell’esperienza amorosa.

LINK: