Il «Barocco Festival Leonardo Leo» sfoglia il suo programma e fa sosta a Ostuni, nella chiesa di San Francesco, mercoledì 1 settembre alle ore 21, con un concerto dal titolo «Legni, ance e tasti. La musica da camera»: protagonista l’ensemble «La Concordanza», formazione dedita alla esecuzione dei maggiori autori della letteratura barocca europea, con la presenza del maestro di concerto Irene De Ruvo al clavicembalo, di Andrea Mion ed Elisabeth Passot all’oboe, di Elena Bianchi al fagotto.

Ingresso con prenotazione e ticket – euro 3 – T. 347 060 4118. L’accesso e la fruizione del concerto saranno regolati secondo la vigente normativa in materia di contenimento del rischio Covid-19, in particolare riguardo all’uso della mascherina e al possesso del green pass.

In epoca barocca le chiese, ma anche le piccole corti, mantenevano alle proprie dipendenze un gruppo ristretto di musicisti. Nelle grandi occasioni in cui era richiesta un’orchestra più numerosa per celebrare degnamente una ricorrenza o una festività, si aggiungevano altri esecutori. Tuttavia, il divario fra il valore del piccolo gruppo di musicisti abituali e quello inferiore dei musicisti aggiunti era significativo. Per questo motivo diventava consuetudine per i compositori scrivere brani in cui le parti fossero debitamente divise fra i due gruppi strumentali: le parti più difficili erano affidate a un ristretto numero di esecutori, quelle più facili al “tutti” della compagine orchestrale.

L’orchestra, generalmente formata da dieci a quindici elementi, si componeva pertanto di due organici distinti: il concertino, cui facevano parte solo alcuni solisti, e il concerto grosso vero e proprio, formato dall’insieme degli strumenti. Arcangelo Corelli sosteneva che il concerto grosso è ad “arbitrio”, ha giusto un compito di accompagnamento, di sfondo, potrebbe essere omesso, e che tutto è retto dal concertino. Il programma della serata comprende alcune composizioni per tre strumenti da concertino, clavicembalo, oboi e fagotto. La scrittura per concertini permise anche la fioritura di un consistente repertorio solistico: gli autori proposti nel concerto erano tra i più importanti compositori del periodo barocco e provenivano da eminenti città per ricchezza di teatri, conservatori e istituti musicali, Napoli e Venezia.

Arcangelo Califano, compositore di cui pochissimo si conosce e probabilmente il meno noto fra gli autori presentati, fu attivo a Napoli in qualità di violoncellista e a Dresda come musicista della Hofkapelle, una fra le più rilevanti compagini strumentali del periodo. Alla stessa corte negli stessi anni venne chiamato anche il compositore veneziano Antonio Lotti per rappresentare alcune opere in occasioni mondane di alto profilo. Antonio Vivaldi, compositore incredibilmente produttivo, icona del periodo barocco. Domenico Scarlatti, autore di origine napoletana e figlio dell’altrettanto noto Alessandro, forse il più prolifico compositore di musica per clavicembalo solo del periodo barocco. Si trasferì in Spagna dove rimase ai margini delle esperienze dei musicisti europei, sicché la sua scrittura non ebbe né modelli né continuatori: influenzarono la sua musica le melodie popolari spagnole, ritmi di danza, e modi di esecuzione di origine chitarristica, oltre a temi e ritmi tipicamente italiani. Ma il nucleo centrale del programma rimane l’omaggio a Leonardo Leo, compositore che dà il nome al Festival: si stabilì in tenera età a Napoli dove, da allievo della Pietà dei Turchini, divenne presto uno dei più grandi esponenti della Scuola Napoletana del Settecento. Particolarmente dedito alla musica vocale, di Leo sarà proposto un trio per due oboi e basso, unica sua composizione per questo organico.

 

Mercoledì 1 settembre ore 21.00

Chiesa di San Francesco • Ostuni

LEGNI, ANCE E TASTI. La musica da camera

Ensemble la Concordanza, Irene De Ruvo maestro di concerto