

Il programma proposto vuole essere un omaggio alla ricca produzione mottettistica italiana del ‘700 con la sua multiforme sfaccettatura stilistica.
Il doveroso tributo a Leonardo Leo a cui il Festival Barocco è dedicato, suggerisce il brano di apertura del concerto con il mottetto Nautes in navis sine remo per soprano e basso continuo.
Giovanni Legrenzi è considerato uno dei maggiori compositori del barocco veneziano, il mottetto Ave Regina Coelorum a 2 voci e basso continuo si sviluppa in due parti contrastanti fra di loro, all’adagio iniziale si contrappone un allegro vivace.
Le due sonate strumentali per fagotto e basso continuo rappresentano e testimoniano strutturalmente come la forma della sonata barocca italiana si sviluppa in Europa ed in questo caso particolare in Francia.
Girolamo Besozzi, nasce a Napoli ma la sua carriera musicale si sviluppa a Parigi dove partecipa, in veste di oboista, ai Concert Spirituel al cospetto del re di Francia.
La sua sonata per fagotto e basso continuo, nei caratteristici tre tempi, allegro, adagio, allegro mostra le tipiche movenze della sonata barocca con la chiusura danzate del movimento finale. Assieme alla sonata dell’altro francese Michele Corrette il fagotto qui assurge a vero interprete e testimonia la vocazione all’intrattenimento per gli splendori e gli sfarzi della corte barocca.
Fra i brani prettamente strumentali si pone il Tema e Variazioni sopra un notissimo Ah vous dirai-je Maman per organo solo di Johann Christoph Friedrich Bach nono figlio del grande Johann Sebastian; il pezzo consta di un tema e a seguire una serie di 12 variazioni.
Il toccante mottetto Occhi perché piangete del trevigiano Agostino Steffani rivela una ricca forma concertante ed un compendio di formule barocche tipiche, utilizzate per amplificare il testo con momenti di grande commozione.
La prestigiosa scuola napoletana è rappresentata da tre compositori: Francesco Durante, con la Cantata Sopra il Giudizio Universale piena di colori a dipingere lo spaventoso avvento del tremendo Giudice, Giuseppe Giordani detto il Giordanielllo, con un mottetto offertoriale Perfice gressus, per
soprano e organo concertante; e il compositore partenopeo Niccolò Jommelli con due brevi motteti a 2 voci e basso continuo, di andamento e carattere molto diversi, che chiudono il programma.
Enrico Zanovello
