Il «Barocco Festival Leonardo Leo» torna a San Vito dei Normanni, nel Chiostro dei Domenicani, mercoledì 2 settembre, alle ore 21, con il concerto «Mozart, Leo, Paisiello. Il tardo barocco e il primo classicismo tra Napoli e l’Europa» del «Quartetto Educo». L’ingresso è gratuito previa prenotazione al tel. 347 060 4118. Lo spettacolo è un affresco della più musicale delle capitali europee, prima dell’Unità d’Italia. Napoli, con i suoi Conservatori, era capace di fornire a giovani di talento il necessario bagaglio per diventare compositore, cantante o strumentista al livello più alto, e consentire ai più eccellenti allievi l’accesso nelle corti principesche di tutta Europa. Le melodie napoletane intrecciavano il sorriso e la lacrima raccontando storie antiche e sempre nuove, con il fascino del cromatismo e di un’armonia definita non a caso “napoletana” come la sua sesta. Era a Napoli il trionfo della bellezza.

Napoli attirò a sé grandi intellettuali europei accomunati da quella sete di sapere che la capitale borbonica poteva pienamente soddisfare. Il vivace ambiente musicale ed operistico della Napoli settecentesca rappresentò, senza dubbio, il presupposto del viaggio napoletano del giovane Mozart e di suo padre. I Mozart soggiornarono a Napoli sei settimane, ospiti di importanti personaggi della corte borbonica, pienamente inseriti nell’ambiente culturale più colto della capitale.

Leopold Mozart capì presto che sarebbe stato fondamentale per il quattordicenne Wolfgang Amadeus entrare in contatto con illustri personaggi in un ambiente raffinato e acculturato. «Andremo a Napoli – scrive Leopold a sua moglie –, questo luogo è così importante che potrebbe facilmente capitare un’occasione che ci trattenga qui tutto il prossimo inverno». Il giovane Mozart aveva tanta ammirazione per la capitale partenopea che una volta scrisse: «Quando avrò composto un’opera per Napoli mi si ricercherà ovunque: con un’opera a Napoli ci si fa più onore e credito che non dando cento concerti in Germania».

Fu grazie a questo soggiorno, agli incontri che fece e alle opere che ebbe modo di ascoltare qui, che Mozart affinò il suo orecchio musicale scrivendo alcune delle opere classiche più belle di tutti i tempi. L’artista che il giovane austriaco apprezzò di più fu Giovanni Paisiello. Ascoltò a Vienna due opere del musicista tarantino, «Re Teodoro in Venezia» e il «Barbiere di Siviglia», ne rimase a tal punto colpito che in capolavori come «Le Nozze di Figaro» e «Don Giovanni» vi è traccia di alcune reminiscenze di procedimenti e di strutture armoniche. Frequentando il teatro Nuovo e il teatro dei Fiorentini, Mozart ebbe modo, inoltre, di conoscere la culla dell’opera buffa.

Leonardo Leo era scomparso 25 anni prima, ma Mozart poté toccare con mano il prestigio di un ambiente permeato di fermenti culturali e artistici che avrebbe scollinato il secolo dei lumi. Non ci vuol molto per intuire quanto quella “spugna musicale” s’imbevve di generosità e sapienza, in campo strumentale e vocale. La solidissima preparazione contrappuntistica dei compositori Napoletani giocò un ruolo di primissimo piano nella formazione musicale del giovane Wolfgang Amadeus che, pur vagheggiando per tutta la vita un ritorno a Napoli, non vi sarebbe mai più tornato.

 

Mercoledì 2 settembre – San Vito dei Normanni, Chiostro dei Domenicani – ore 21.00
MOZART, LEO, PAISIELLO. Il tardo barocco e il primo classicismo tra Napoli e l’Europa
Quartetto Educo
Orazioantonio Sarcina violino primo
Laura Aprile violino secondo
Eduardo Caiazza viola
Daniele Miatto violoncello

 

Brindisi, lunedì 31 agosto 2020
Ufficio Stampa «Barocco Festival Leonardo Leo»

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